giovedì 14 maggio 2015

Provato per voi: Lumie di Sicilia a Roma

Se è pur sempre vero che "non è tutto oro quello che luccica", Lumie di Sicilia a Roma rappresenta l'eccezione che conferma la regola. Tempo fà ero in zona Monteverde con mio marito ed eravamo alla ricerca di  un ristorante dove poter consumare un pasto veloce senza spendere una fortuna.
Ed è così che fortuitamente e fortunatamente ci siamo imbattuti in questo tipico ristorante messinese. Attratti infatti, dalla sfavillante pulizia delle numerose porte-finestre del locale, siamo entrati e subito sull'uscio, il proprietario ci ha simpaticamente accolti e fatti accomodare. Da quel momento in poi è iniziato un esotico viaggio, che attraverso i colori, profumi e sapori del locale, superato lo stretto di Messina, ci ha riportato alla bella terra di  Sicilia. Guidati dallo charme d'altri tempi del 'patron', abbiamo assaggiato una deliziosa melenzana ripiena con tonno e capperi, mezze maniche al ragù di pesce spada e ravioli di ricotta con una delicata emulsione all'arancia.

Ravioli di ricotta con emulsione all'arancia

Melanzana ripiena con tonno e capperi
Non abbiamo ordinato altro, un po' perchè davvero non volevamo esagerare, e un po' perchè diciamolo, i prezzi non sono da hosteria, e per un pasto completo, dall'antipasto al dolce, non si spende meno 50 euro ciascuno. C'è però da dire che sono davvero soldi ben spesi: la qualità delle materie prime è indiscutibile, i piatti in menù pochi ma preparati a dovere e la presentazione, sebbene "vecchia scuola", è degna di questo nome.
Nel complesso, complice le pareti dipinte di blu, l'arredo caratteristico impreziosito da maioliche e ceramiche originali sicule, non possiamo che promuovere a pieni voti questo ristorante. Rimandata simpaticamente a settembre invece, la cameriera che ci ha servito!
Ho infatti mangiato i miei ravioli quando ormai erano poco più che tiepidi, per un errore, a sua detta dello Chef. Mio marito ha infatti ordinato un piatto di pasta al ragù di pesce, che capirete bene, poco c'entrava con le mezze maniche al pesto di pistacchio che con grande stupore sono arrivate al nostro tavolo. Quasi quasi, invasi da un profumo che non vi dico, ci stavamo ripensando, ma il richiamo del mare era troppo, ed abbiamo fatto riportare il piatto in cucina (per fortuna poi subito dirottato verso un altro cliente). La cameriera, a onor del vero, si è scusata all'istante, e ha prontamente rimediato all'errore. Per questo penso proprio che se mai dovessi ricapitare in zona tornerei e con piacere a mangiare da "Lumie di Sicilia".

Laura

Lumie di Sicilia
Via Fratelli Bonnet, 41 Roma

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mercoledì 13 maggio 2015

#Instagnam: Di dolci ricordi e madeleines

Questi dolcetti sono noti per aver ispirato Marcel Proust nella famosa opera "Alla ricerca del tempo perduto":
"Una sera d’inverno, appena rincasato, mia madre accorgendosi che avevo freddo, mi propose di prendere, contro la mia abitudine, un po’ di tè. Dapprima rifiutai, poi, non so perché, mutai parere. Mandò a prendere uno di quei dolci corti e paffuti, chiamati maddalene, che sembrano lo stampo della valva scanalata di una conchiglia di San Giacomo. E poco dopo, sentendomi triste per la giornata cupa e la prospettiva di un domani doloroso, portai macchinalmente alle labbra un cucchiaino del tè nel quale avevo lasciato inzuppare un pezzetto della maddalena. Ma appena la sorsata mescolata alle briciole del pasticcino toccò il mio palato, trasalii, attento al fenomeno straordinario che si svolgeva in me..."
 
Personalmente mi riportano alla memoria i pomeriggi in cui mia mamma più che sfornarle li acquistava già confezionate e io e mia sorella ne mangiavamo a volontà! Non credo fossero particolarmente buone e non so neppure se si trovino ancora in commercio, ma quel loro sapore inconfondibile le rendeva e le rende una dolce con un gusto inconfondibile. In più rappresentavano una coccola gastronomica che ricordo con affetto e un pizzico di nostalgia.
Io ho provato a rifarle da me e il risultato vi dirò..non è stato per niente male!
Certo..mai come quelle della mamma;)
 
Ingredienti (per circa 18 dolcetti)
100 gr di farina
80 gr di burro
6 gr di lievito in polvere (o cremor tartaro)
3 cucchiai abbondanti di latte
2 uova piccole (o 1 uovo e mezzo medio)
80 gr di zucchero
4 gocce di aroma di mandorle
 
 
#Instagnam: madeleines

 
Procedimento
Amalgamate per prima cosa bene le polveri: mescolate la farina setacciata con lo zucchero e il lievito.
Fondete il burro al microonde e versate al suo interno le gocce di aroma di mandorla. Lasciate raffreddare.
In una ciotola, aiutandovi con una frusta, sbattete le uova con il latte, aggiungete al composto la farina e infine il burro precedentemente sciolto.
L'impasto non deve risultare nè troppo liquido, nè troppo denso.
Inoltre il segreto per una perfetta riuscita delle madeleines è lasciar riposare il composto in frigo almeno mezz'ora prima di trasferirlo nello stampo.
Trascorso questo tempo non vi resta che riempire l'incavo dello stampo, aiutandovi all'occorrenza con due cucchiaini. Fate cuocere i dolcetti in forno pre-riscaldato a 180° gradi per circa 10-15 minuti, fintanto che non saranno ben dorate.

Laura

martedì 12 maggio 2015

Torta Fra...golosa!

Tempo di fragole, di dolci e pentimento, almeno per me che sono a dieta...(o almeno ci provo!)
Non potendo sperimentare quindi condivido e rendo onore alle ricette ben riuscite delle mie amiche, come la torta che Gina ha postato qualche settimana fà su Facebook. Non che abbia riposto padelle e mestoli, ma almeno sui dolci, che tanto alla fine poi assaggio sempre, per il momento ho deciso di soprassedere. Non me ne vogliate!
Vorrà dire che appena calerò almeno 3 kg me la concederò come premio e per il momento me la gusto con gli occhi e ve la posto.
 
Alla prossima!
Laura
 
 
Ricetta


Torta Fra..golosa! by Luigina Mambuca
 

domenica 3 maggio 2015

#Quantobasta: Frittelle di asparagi

Una delle fonti di ispirazione in cucina è sicuramente mia suocera. Le sue sono ricette forse poco glam e ipercaloriche ma anche semplici e genuine, capaci di raccontare senza parole una storia. L'unico problema è che se chiedo a Maria di darmi dosi e procedimento, sento sempre rispondermi la stessa frase: "Per la quantità ti regoli: mettine quanto basta". Sarà dunque questo, d'ora in avanti, il mantra con cui vi presenterò ogni sua ricetta: #Quantobasta.
Il lato divertente e avvincente è che, cercando di riprodurre lo stesso sapore e giungere allo stesso risultato, si aprono infinite vie di sperimentazione e personalizzazione, almeno quante sono le bocche da sfamare: si, perché poi, alla fine, ognuno dice la sua! Come nel caso delle deliziose frittelle di asparagi che ho mangiato la settimana scorsa in Calabria, con cui, al posto della corona di fiori, siamo stati calorosamente accolti. Io, a dispetto dell'originale, ho aggiunto anche del parmigiano sopra a caldo, per smorzare ancor più il sapore amarognolo degli asparagi. Voi regolatevi di conseguenza e reinterpretatela come più vi aggrada. D'altronde, credo sia questo uno dei valori aggiunti del passaparola, anche in cucina: maggiori sono i gradi di separazione dall'originale, più cresce il valore sociale dei contenuti veicolati e condivisi.
Voi che ne dite?
 
Ingredienti
 
Asparagi selvatici q.b.
Uovo q.b.
Parmigiano grattugiato q.b.
Sale q.b.
 
 
#Quantobasta: Frittelle di asparagi
 
 
Procedimento
Pulite, lavate e sbollentate per circa 10 minuti gli asparagi selvatici.
Tagliateli a pezzetti e versateli in una ciotola. Aggiungete a piacimento parmigiano grattugiato, sale e volendo pepe. Il composto deve risultare né troppo liquido né troppo denso, quel tanto che basta per riuscire a raccoglierlo in un cucchiaio e formare dei piccoli "bocconcini" da friggere in abbondante olio (extra vergine d'oliva, meglio; olio di semi va bene ugualmente). Servire caldi, se volete, con una spolverata extra di formaggio!

Laura